Ciao a tutti! Oggi parleremo del genere fantasy! Non è un genere che amo molto, per molti motivi: uno di questi è che difficilmente mi capita di leggere fantasy interessanti, e proprio da questo fatto ho preso spunto per il post di oggi.
È un genere che ha avuto un grande successo nella seconda metà del novecento (di cui apripista è stato Tolkien), ma non credo che avrà mai crisi. Ha origini antiche, perché richiama il mito, il folklore, le legende, tutti temi presenti da sempre. Presenta generalmente quindi temi fondamentali come il conflitto tra bene e male, il viaggio, la ricerca, la vendetta, l’onore.
Il fantasy viene generalmente definito un genere letterario i cui elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l’immaginazione, l’allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica (grazie, Wikipedia). Si può anche dire che fantasy equivale a creare mondi: è proprio questo l’aspetto che normalmente gli esordienti tendono a ignorare, ed è per questo che è difficile fare un buon fantasy. Se questo aspetto da una parte regala un senso di libertà all’autore, dall’altro lo vincola a regole e leggi che lui stesso deve creare, per aiutare il lettore nella comprensione. Si tratta di esprimere con un nuovo linguaggio i temi di sempre, e gli archetipi citati sopra, attraverso un viaggio che l’autore compie dentro se stesso, dentro la propria mente, dato che è completamente frutto della sua fantasia.
La prima cosa da fare quindi, dopo aver fatto viaggiare la fantasia, è rimanere con i piedi per terra: bisogna stabilire fin da subito le leggi dell’universo fantastico che si vuole creare. Il lettore deve per qualche istante sospendere la sua diffidenza verso gli elementi non reali, e credere per davvero che draghi, maghi e elfi possano esistere davvero: il lettore deve darvi fiducia. Per questo deve esserci un contesto credibile. Un equilibrio delicato, perché una vicenda plausibile non deve diventare prevedibile, così come l’elemento fantasy non deve essere usato come espediente per dare spiegazioni o risolvere questioni legate alla scrittura. Se ci si aspetta una deduzione logica, o uno svolgimento di azioni, non potrà salvare il suo eroe un colpo di bacchetta magica.

Creare mondi potrebbe essere facile nella nostra mente, ma come si passa dalla mente alla carta? Un primo grosso problema riguarda la descrizione del mondo in cui è ambientata la storia: ovviamente un mondo del genere avrà bisogno di maggiori descrizioni, ma questo non deve penalizzare il ritmo narrativo. Non c’è una regola precisa che vi possa aiutare: il suggerimento è quello di leggere e rileggere, per accorgersi di parti troppo noiose o che non scorrono. Il maestro del fantasy, Tolkien, è un amante del prologo, ovvero un testo che va letto prima della storia, dove fa il punto della situazione, traccia le coordinate e offre al lettore un inquadramento dello spazio e del tempo. Ma non tutti pensano che sia una grande mossa, come sostiene Orson Scott Card, esperto di narrazioni fantastiche (approfondisce il discorso qui).
Se si evita il prologo si deve costruire bene la prima scena, affinché possa catturare l’attenzione del lettore, mostrando i personaggi in azione, o una particolare situazione, così interessante da convincere il lettore a mettere da parte lo scetticismo – almeno per un po’.
Infine, per quanto la mente dell’autore sia vasta e la sua fantasia irrefrenabile, è impensabile poter scrivere un buon fantasy senza un’attenta pianificazione e documentazione. Per poter rompere le regole, bisogna prima di tutto saperle maneggiare: quindi, ad esempio, se voglio scrivere un fantasy dove il protagonista improvvisamente si ritrova catapultato in Scozia, dovrò documentarmi sulla Scozia. Soprattutto se si attinge ai miti, al folklore, alle credenze popolari, che come già detto sono fonte di grande ispirazione per il genere. Su questo il lettore non concede sconti!
L’elemento fantastico può essere presente in qualsiasi tipo di romanzo, senza per forza inventarsi mondi immaginari: a maggior ragione servirà un attento studio su ciò che si sta raccontando.
Può essere di grande spunto leggere i grandi autori di fantasy, dai quali attingere trucchi e spunti, ma attenzione a non cadere nei cliché: di Harry Potter ce n’è uno, così come di anelli magici. Ma questo non deve scoraggiarvi, magari tra di voi c’è il prossimo autore che passerà alla storia per aver avuto una buona idea (fantasy) al momento giusto. In questo caso, ricordatevi di me.. 😉
Come sempre, vi lascio alcuni testi per approfondire l’argomento.
Il fantasy in Italia – Franco Ressa
Lettera a un amico della terra di mezzo – Franco Manni
J.R.R. Tolkien: la via per la Terra di mezzo – Tom Shippey
Tolkien, l’uomo e il mito – Joseph Pearce
Infine, qual è il vostro libro fantasy preferito? Dai, fatemi venire voglia di leggere un fantasy!
Giovanna
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