Recensione di Paquito Catanzaro
Spigoli. È la prima cosa cui ho pensato dopo aver letto “P.T.Perdita di tempo”, il nuovo romanzo di Al Gallo edito da HomoScrivens per la collana Dieci. Spigoli contro cui sbattere e farsi male, perché la vita spesso è ingiusta o perché abbiamo un innato desiderio di metterci nei guai.
Gallo racconta la doppia vita, anzi tripla, di Ignazio Settesoldi. Farabutto e intrallazzatore al punto da apparire simpatico al lettore sin dalle prime battute, Settesoldi è stato, innanzitutto, Gennaro Tilgher, un camorrista deciso a rifarsi una vita. Via dall’Italia, direzione Spagna. Nuova identità, nuova famiglia al fianco di Consuelo e della figlioletta Mercedes. E il passato? Resta vivo nel volto di Consuelo, la figlia nata dalla prima moglie, Regina (autentico nomen omen per ragioni da scoprire leggendo il romanzo), ma soprattutto nella polizia che continua a pedinarlo e a dargli la caccia. Settesoldi vive nel benessere; è uno stimato imprenditore nel ramo della torrefazione, inoltre investe in locali e immobili. Ma tutto il denaro del mondo non può comprare quel brivido che solo il crimine riesce a regalargli. Pertanto torna in Italia, per assolvere un incarico ma pure, probabilmente, per chiudere i conti col passato. Ci riuscirà? O sarà la polizia, finalmente, a chiudere col lui sbattendolo in galera?Al Gallo conduce il lettore in un labirinto. Ad attenderlo non vi è alcun Minotauro, ma continui colpi di scena che spiazzano senza mai deludere le aspettative. Dialoghi serrati, intere sequenze che sembrano sceneggiate e pronte per essere affidate a un cast che ne metta in scena le pagine. Il lettore resta col fiato sospeso fino all’epilogo che – pare assurdo – fa sorridere nonostante i colpi di pistola in sottofondo. Consigliato: a chi ama il noir; a chi da una storia si aspetta tanta sostanza. Ma soprattutto a quelli che fanno il tifo per i cattivi, una volta tanto.
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