Ciao a tutti, oggi andiamo avanti con i diritti del lettore secondo Daniel Pennac. Il diritto numero 4 è il diritto di rileggere. Pennac spende poche parole in merito, ma molto efficaci. Come il bambino chiede sempre “ancora, ancora” dopo aver ascoltato una bella storia, anche l’adulto ama crogiolarsi nella certezza di qualcosa che già conosce e apprezza. Ma si rilegge soprattutto per trovare nuovi incanti.
Devo dire che questo diritto è uno dei miei preferiti. Ho sempre pensato che se un libro non merita una rilettura, non è degno manco della prima lettura. Infatti quando si tratta di conservare o meno un libro mi chiedo sempre: “lo rileggero?”. Se la risposta è no, lo rimetto in circolo, ben felice di farlo.
Ma perché rileggere un libro?
Mi capita di rileggere libri per crogiolarmi in qualcosa che già conosco e amo, ad esempio con la Kinsella. Ora ho molto meno tempo, ma ogni volta che usciva un capitolo nuovo, rileggevo tutti i volumi precedenti, e la sensazione era sempre quella di ritrovare dei vecchi amici. Da bambina avrò riletto una cinquantina di volte (non scherzo) un libro di Bianca Pitzorno, Polissena del porcello, scoprendo per la prima volta il piacere della rilettura. Perché se è vero che il primo libro non si scorda mai, anche il primo libro che si rilegge non si scorda mai..
Mi capita di rileggere libri perché il momento che sto vivendo lo richiede, come ad esempio con Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse (che sarà uno dei prossimi che recensirò). Quando mi prende il blocco del lettore, o quando ho voglia di un libro che mi smuova domande, riflessioni, ma anche stupore, riprendo in mano sempre lui, meravigliandomi di come sappia ancora regalarmi qualcosa.
Mi capita di rileggere libri perché sono dei saggi, e mi serve rinfrescare quell’argomento o rinnovare il mio approccio: di recente ho riletto Il magico potere del riordino (la prima volta che l’ho letto ne ho parlato qui) perché sono in una fase di grande minimalismo e ordine, e ho notato che questa volta ho applicato quasi tutti i consigli forniti da Marie Kondo in maniera quasi implicita, dato che non ricordavo granché di quanto avevo letto. Mi sono trovata in accordo con lei praticamente su tutto (tranne che sui libri), soprattutto sul concetto di ordine a livello mentale. Magari farò una seconda recensione (senza rileggermi la prima), per vedere come cambiano le mie sensazioni in merito allo stesso libro.
Mi è capitato anche di rileggere libri che avevo letto in momenti particolarmente felici della mia vita, per rivivere un po’ quelle sensazioni. Riprendendo in mano un libro, più volte mi è successo di ricordare il momento esatto in cui lo avevo letto, ricordando ad esempio in che luogo specifico, in che momento della giornata. Un po’ come quando si guarda una foto, ma in questo caso a evocare dei ricordi sono le parole scritte, godendo al contempo della storia e delle sensazioni dei ricordi. Devo dire che non è una scelta che faccio da tempo, proprio perché come vi ho abbondantemente detto, crescendo (anzi, invecchiando) ho capito che è meglio vivere nel presente, scegliendo nuove storie da leggere e abbinarci nuovi episodi della mia vita. Ma anche perché, passato il momento Amarcord, non sempre avevo poi intenzione di riprendere in mano quella storia, dall’inizio alla fine.
Infine, mi è capitato di rileggere libri perché dovevo “lavorarci” su, ad esempio a scuola, o all’università: in quei casi non è stata una scelta mia, ma ho sempre cercato di vedere il lato positivo.
Sono diversi i motivi che mi spingono a rileggere un testo, anche se devo dire che preferisco di gran lunga tuffarmi su una storia nuova. Della lettura amo proprio il fatto che non solo si va a conoscere una nuova storia, ma nella mente si crea l’ambientazione, i personaggi, in una sorta di regia personale. E anche se la storia poi non mi piace, portandomi ad abbandonare il libro (come anche Pennac esorta a fare nel diritto numero 3), rimane l’eccitazione e il piacere di averci provato, creando nella mia mente il migliore degli scenari. Mi piace stupirmi di fronte a come la mia mente allestisce il set, ricordandomi – ancora una volta – che solo la lettura può fare questa magia.
E voi? Amate rileggere libri o non lo fate mai?
Giovanna
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