Diritto num. 5: il diritto di leggere qualsiasi cosa

Ho come l’impressione che Daniel Pennac e i suoi diritti del lettore sia arrivato in un momento della mia vita in cui ne avevo particolarmente bisogno. Il diritto numero 5 è il diritto di leggere qualsiasi cosa e chi mi segue su Instagram sa che più volte ho parlato di libri che vengono spesso considerati poco degni di essere pubblicati.

Pennac parla appunto di quei libri che vengono pubblicati per soddisfare una letteratura “industriale”, in linea con i gusti del momento. Un ottimo esempio moderno sono i libri degli Youtuber e degli influencer (di cui parlo qui), ma Pennac sostiene che il fenomeno non è moderno, e che la letteratura industriale è sempre esistita: romanzi come Don Chisciotte e Madame Bovary sono anch’essi frutto di uno studio di mercato. Parliamo ovviamente di libri che sono poi diventati capolavori, a prescindere dal perché siano nati. Purtroppo, questo non succede a molti libri di questa filiera, ma lo scopo del libro è intrattenere il lettore. Poi se porta con sé messaggi e morali tanto meglio, ma in primo luogo deve intrattenere il lettore.


Pennac prosegue dicendo che lui stesso ha letto più volte libri considerati poco belli, secondo i criteri di cui sopra, ammettendo anche di averli graditi tantissimo, e che per fortuna nessuno lo ha mai preso in giro per le letture.

In questo punto si allaccia il mio discorso sui libri di Youtuber e influencer che ho più volte fatto: un lettore deve essere libero di leggere quello che vuole. Io sono dell’idea che piuttosto che niente, è meglio leggere qualunque cosa. Perché la lettura è un esercizio che va stimolato, un’abitudine che si rinforza con la pratica, un piacere che si scopre solo praticandolo. E che il grosso del piacere sta proprio andare alla ricerca di cosa ci piaccia e cosa no, rafforzando anche quello che siamo e la percezione di noi stessi.

Ho sempre odiato quelle liste tipo “I capolavori che vanno assolutamente letti nella vita”. La vita è una, e purtroppo anche fin troppo breve per permetterci il lusso di leggere tutto. Non ha senso giudicare una persona per quello che legge. Semmai si può ragionare sul fatto che legga o meno, ma una volta che si scopre che legge, cosa legge non ci deve interessare, se non per scambiare due chiacchere. Non per giudicare. Ci si sta tanto battendo per il diritto di amare chi vogliamo, di vestirci come vogliamo, di farci chiamare con il pronome che riteniamo più consono a quello che sentiamo di essere. Devo essere altrettanto libera di dire che leggo gli Harmony, i libri di Moccia, i libri degli Youtuber, le sfumature di grigio (e qualsiasi altro libro notoriamente bistrattato) senza sentirmi minimamente giudicata. Ma vedo che purtroppo su questo fronte siamo molto indietro, e lo dimostrano gli infiniti commenti che leggo in rete su questi libri.

Pennac conclude dicendo che si può tranquillamente leggere sia questi libri, sia i libri considerati capolavori indiscussi. Che si può passare dalle infermiere di Harmony a Lara, l’infermiera protagonista del Dottor Živago di Boris Pasternak, considerato un capolavoro senza tempo. Che per fortuna nella vita nulla è nero o bianco, aggiungerei io. Che nel momento in cui cerchiamo un unico binario da seguire, magari da sfoggiare, o semplicemente per uniformarci alla massa, per darci un tono, per non sentirci esclusi, questo ci fa deragliare, alla ricerca di nuove strade da percorrere. Il bello della letteratura è proprio questa, ci fornisce infinite strade da percorrere, e sarebbe davvero sciocco sceglierne solo una.

Quali libri notoriamente bistrattati avete gradito? Potete stare tranquilli, qui non verrete mai giudicati. 🙂

Giovanna

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2 risposte a "Diritto num. 5: il diritto di leggere qualsiasi cosa"

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  1. Ciao.
    Lessi quel libro di Pennac molto tempo fa e fu molto rivelatorio, oltre che liberatorio. Io ero una persona tendenzialmente giudicante sia verso gli altri, sia verso me stessa, e col tempo sto imparando a liberarmi da questo atteggiamento che nuoce anche me.
    Pennac mi ha aiutato a capire che anche i grandi capolavori della letteratura sono partiti come libri “best seller” criticatissimi, che posso farmi piacere qualsiasi tipo di libro senza essere per forza meno lettrice rispetto a prima. È una questione di gusti.

    1. Ciao, perdona il ritardo nella risposta. Anche io come te ero molto “giudicante”, fino a quando non ho realizzato che l’importante è leggere, non importa cosa. Qualunque cosa è meglio di niente. Ti abbraccio, spero di rivederti presto qui!

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