Nonostante io sia decisamente una persona che ama l’estate, il caldo, la luce, il mare, devo dire che ho sempre amato le stagioni di transizione. Mi piace osservare come la natura si adatti al cambiamento di temperature, di luce, e devo dire che regala ogni anno un grande spettacolo (di fiori in primavera, di foglie in autunno).
Quanto può essere compromettente rivelare un segreto a qualcuno, o farselo raccontare? Quanto può essere pericoloso sapere e dire la verità? I due protagonisti di Confidenza, Pietro e Teresa, ce lo dimostrano attraverso la penna schietta di Domenico Starnone. Questo è stato il mio primo approccio con l’autore, e sicuramente recupererò anche altro, dato che il libro in questione è il terzo di una trilogia formata anche da: Lacci e Scherzetto.
Ho come l’impressione che Daniel Pennac e i suoi diritti del lettore sia arrivato in un momento della mia vita in cui ne avevo particolarmente bisogno. Il diritto numero 5 è il diritto di leggere qualsiasi cosa e chi mi segue su Instagram sa che più volte ho parlato di libri che vengono spesso considerati poco degni di essere pubblicati.
Sono stata a Parigi due volte, nel 1994 e nel 2000, ed entrambe le volte sono stata pervasa da una moltitudine di sentimenti e sensazioni, che in pochissime altre città ho rivissuto. Non saprei bene spiegare perché: un po’ per l’oggettiva bellezza del posto, un po’ per l’atmosfera che solo un fiume che taglia una città sa regalare, un po’ per il via vai di persone, che a me sembravano sempre allegre e in procinto di fare qualcosa di importante. Ma Parigi è nel mio cuore, e sogno di tornarci presto.
Ciao a tutti, oggi andiamo avanti con i diritti del lettore secondo Daniel Pennac. Il diritto numero 4 è il diritto di rileggere. Pennac spende poche parole in merito, ma molto efficaci. Come il bambino chiede sempre “ancora, ancora” dopo aver ascoltato una bella storia, anche l’adulto ama crogiolarsi nella certezza di qualcosa che già conosce e apprezza. Ma si rilegge soprattutto per trovare nuovi incanti.
Buon venerdì a tutti! Il terzo diritto del lettore secondo Daniel Pennac è il diritto di non finire un libro. La sua spiegazione si può riassumere così: “Il libro ci cade dalle mani? Lasciamo che cada”.
Più volte ho detto che spesso tendo a guardare al passato, e credo che un po’ dipenda dal fatto che ho molta memoria e ricordo tante cose, anche inutili, tipo come era vestita mia zia a Natale 1995. La cosa è utile quando qualcuno cerca qualcosa, o quando si tratta di risalire a determinati avvenimenti, ad esempio quando il mio compagno deve fare la nota spese. Sono contenta di avere buona memoria perché ho la certezza di non dimenticare momenti felici, magari anche di piccola entità. Certo, d’altro canto ricordo anche quelli meno belli, però se dovessi scegliere se non ricordare nulla o ricordare tutto, sceglierei senz’ombra di dubbio la seconda. Spesso ricordare permette anche di imparare dal passato, o semplicemente di godere di nuovo, con occhi nuovi, di qualcosa che non c’è più. A proposito di ricordi, ieri era il 18 maggio, e chi mi segue sui social sa che ogni anno pubblico una foto, la seguente.
Ciao a tutti! Oggi mi sono imbattuta in questo tag carino, che si basa su 25 domande legate ai libri e alla lettura. Ho pensato di farlo anche io, in modo da arricchire un po’ quello che vi mostro su di me. Pronti? Cominciamo!
Ciao a tutti! Oggi torniamo a commentare i diritti del lettore secondo Daniel Pennac, illustrati nel suo libro Come un romanzo (trovate qui la prima puntata): dopo il diritto di non leggere è la volta del diritto di saltare le pagine.
Volovia, scritto tutto attaccato. Una frase minima che assume il carattere di un ordine, che qualsiasi ragazzo almeno una volta nella vita ha proferito. È proprio questo il titolo del nuovo romanzo per ragazzi di Antonio Ferrara, pubblicato da Einaudi Ragazzi, uscito proprio oggi nelle librerie.